Anno 2010

Il 2010 si era aperto con seduta pubblica del TAR Piemonte tenutasi il 14 gennaio dove gli avvocati delle parti avevano presentato per iscritto le loro deduzioni, ne era seguita il 1° marzo la doppia sentenza che annullava il provvedimento della Regione Piemonte accogliendo i ricorsi di Comune di Torino e dell’impresa direttamente interessata alle costruzioni.
Nel bollettino ufficiale della Regione Piemonte del 29 aprile avevamo appreso che la Giunta uscente in una delle sue ultime sedute, aveva dato mandato all’Avvocatura Regionale di ricorrere presso il Consiglio di Stato contro le sentenze del TAR.
Nell’attesa di conoscere il giudizio del Consiglio di stato, con l’associazione ambientalista Pro Natura Torino si era deciso di affrontare con una lettera  indirizzata agli Assessori e ai dirigenti comunali, uno dei problemi che ci aveva particolarmente interessato ormai da tempo: si tratta della qualità dei terreni che devono essere ceduti alla Città in cambio della possibilità di costruire e il loro possibile utilizzo.
Sin dall’inizio era sorto il dubbio che questi terreni collinari già acquistati da tempo dalla socità interessata all’intervento edilizio prima in piazza Modena e poi sul terreno a monte del bivio fra le strade Mongreno e Cartman, rappresentassero “un bidone” rifilato alla collettività in quanto non rientranti, per la loro ubicazione e per le loro caratteristiche, in alcun progetto di utilizzo concreto per i cittadini e cosa ben più preoccupante (conoscendo i problemi che gravano sulla collina torinese), che questa cessione rappresentasse nel tempo unicamente un gravoso onere per la collettività.
Gli avvocati degli unici beneficiari della variante nello stilare il ricorso al TAR contro l’annullamento operato  dalla Regione Piemonte, hanno involontariamente avvalorato i nostri dubbi.
Riportiamo testualmente un passaggio del ricorso (pagina 17): <<A seguito dell’esecuzione dei provvedimenti gravati, (l’annullamento, n.d.r.) la stessa (la società ricorrente, n.d.r.) si troverà ancora  nell’impossibilità di utilizzare le aree di cui dispone e vedrà nuovamente frustrate le legittime aspettative … e ciò a fronte di consistenti e periodici esborsi di denaro effettuati, da un lato, per reperire le aree e, dall’altro, per provvedere alla manutenzione delle stesse (in proposito si rileva che, come è noto, la collina torinese è frequentemente interessata da fenomeni di frana e smottamento riconducibili alle complesse problematiche di carattere idrogeologico, riguardanti l’intera zona)>>.
Passando la variante 144 e le altre che molto probabilmente la seguiranno  risulta evidente il rischio che i “consistenti e periodici esborsi di denaro” saranno a carico di tutti noi.