Gruppi – S. Vincenzo

Le attività caritative della
Parrocchia di Madonna del Rosario

Nel bollettino parrocchiale dell’ottobre 1944 il parroco di Sassi, teologo Francesco Vota scrive: Auspicata da me fin dall’anno scorso ha trovato in questo settembre la sua attuazione pratica in un gruppo di pie e cospicue Signore, che, spinte da un ardente desiderio cristiano di giungere in aiuto materiale e spirituale al bisognoso, hanno deciso di fondare in Sassi una sezione di quella compagnia che venne ideata da quel grande miracolo di carità che fu S. Vincenzo de’ Paoli.
Tra le pie signore a cui si riferisce il parroco c’è la contessa Laura Camerana Nasi, che con l’aiuto di alcune residenti e un paio di amiche che abitano in centro, dà vita all’associazione della quale sarà presidente per decenni. Con molto realismo, dopo aver raccolto una cinquantina di offerte, che vanno dalle 10 alle 3000 lire, nel settembre del 1944 si comprano 10 quintali di patate. C’è la guerra e coloro che sono rimasti in città soffrono la fame. Sassi, con i suoi “orti di guerra” è un luogo privilegiato, ma i poveri che vivono nelle case di corso Casale, senza un piccolo appezzamento di terreno sono in miseria.
Così incomincia l’attività del gruppo, con l’inevitabile elenco delle spese per i bisogni più urgenti di chi si trova improvvisamente senza lavoro: un paio di scarpe, un po’ di legna per l’inverno, il conto del macellaio, i medicinali, la bolletta del gas, la fattura della sarta per un cappotto.
Nella Torino del dopoguerra i poveri avevano cognomi piemontesi e i generi alimentari con cui si sfamavano erano patate, pasta e riso. Il caffè era presente solo nei pacchi natalizi e pasquali e per i bambini non c’erano giocattoli, ma scarpe e grembiuli.
Per registrare le spese bastava un quadernetto a due colonne, una per le “entrate” e una per le “uscite”, lo stesso che un tempo si teneva in famiglia. Le pagine ingiallite contengono quasi esclusivamente nomi e cifre, ma tanto basta per ricostruire la situazione di quel tempo.
Fortunatamente l’elenco dei benefattori si allunga ogni anno.
Il primo rendiconto è del 1952, anno in cui vengono distribuiti 4860 buoni viveri da 100 lire. I sintetici verbali ci permettono di ricostruire non solo le iniziative caritative, ma anche gli avvenimenti che hanno accompagnato la vita del borgo. La Sassi degli anni cinquanta ha le caratteristiche di un piccolo paese. Alcune famiglie ci vivono da molte generazioni, tutti si conoscono, si aiutano e mantengono forti legami interpersonali. Nei pochi negozi, mentre si fa la spesa, ogni novità, ogni avvenimento è commentato e divulgato. Di tanto in tanto una vecchia casa è affittata a forestieri. Si tratta per lo più di famiglie di passaggio, immigrati veneti, che accettano sistemazioni di fortuna in attesa di stabilirsi nelle zone industriali della città. Fra loro ci sono adulti e bambini da aiutare. A quel tempo il modo consueto per provvedere ai bisogni della gente consisteva nel trovare lavoro al capofamiglia, offrire i libri di scuola e pagare le rette per le colonie estive ai bambini, procurare il corredo ad una sposa, fare le pratiche per ottenere una pensione.
La vita del piccolo borgo trascorre po’ monotona, ma quando se ne presenta l’occasione gli abitanti di Sassi sono pronti a radunarsi e a far festa. Accade quando l’Arcivescovo è invitato dal parroco a presiedere l’incoronazione della Madonna del Rosario e, qualche tempo dopo, all’inaugurazione della nuova chiesa. Nel 1957 la piccola parrocchiale arrampicata sulla collina, cessa la sua secolare funzione e viene sostituita dalla nuova chiesa, un grande edificio che sorge più in basso, all’inizio di strada Mongreno. L’ha voluta con tutte le sue forze il canonico Francesco Vota, aiutato dal conte Giancarlo Camerana, marito di Laura, nonché consigliere d’amministrazione dell’asilo e benefattore del patronato scolastico.
Negli anni settanta la situazione cambia. Gli immigrati lasciano Sassi. Molti di loro traslocano in zone della città vicine alle grandi fabbriche dove hanno trovato lavoro, quelli che scelgono di rimanere si sono integrati definitivamente.
Gli assistiti sono ora gli anziani, non necessariamente indigenti, ma spesso soli. Da loro le volontarie vanno per portare una parola di conforto.
A Sassi le vendite benefiche diventano una consuetudine, l’appuntamento è atteso dalla popolazione anche perché nel reparto alimentari si trovano i deliziosi “piatti pronti” cucinati a casa Camerana.
Il ricavato della giornata della Carità, delle lotterie, delle questue di suor Francesca, e qualche sporadico aiuto esterno (dalla Fiat nel 1972, da La Stampa nel 1976) contribuiscono ad aumentare le entrate. Alcune volontarie da tempo hanno lasciato le ville della collina e abitano in città, ma continuano a raggiungere Sassi per le riunioni del giovedì. Le residenti si alternano nelle visite domiciliari. Una collaboratrice preziosa, suor Francesca Ballabio dell’opera Pia Lotteri, riceve i parrocchiani e ascolta le loro richieste d’aiuto due volte la settimana.
Con gli anni ottanta nell’associazione c’è il primo ricambio generazionale. Alle dame fondatrici si affiancano giovani parrocchiane che diventano a loro volta volontarie.
L’associazione inizia a prendere contatto con le strutture pubbliche. Le assistenti sociali del comune vengono coinvolte sempre più spesso e si intensificano anche i rapporti di collaborazione con le suore Salesiane che gestiscono la scuola elementare di corso Casale.
Alla fine degli anni novanta Laura Camerana lascia la presidenza. Il parroco è ora don Stefano Audisio, che come il predecessore don Vota, affianca e incoraggia le volontarie. Alla fine degli anni novanta anche a Sassi arrivano immigrati da tutto il mondo. Come sessant’anni fa si confezionano i pacchi viveri, non più utilizzando la dispensa di casa Camerana, ma andando a fare la spesa nei supermercati della zona. Si vorrebbe fare di più, soprattutto per offrire un aiuto a quei giovani che arrivano da altri continenti e che hanno difficoltà ad affrontare il futuro con ottimismo e speranza.

Renata Stoisa Comoglio

Per appuntamenti e richieste urgenti telefonare Ufficio Parrocchiale 011 – 8980192