Parco del Meisino, la storia e come lo vorremmo

A seguito dell’emergere dell’ipotesi per la realizzazione del cosiddetto “Parco dello sport e dell’educazione ambientale”, è necessario fare alcune considerazioni sulla storia del Parco e su quello che vorremmo per il futuro.

Un poco di storia

Le procedure di esproprio, acquisizione alla proprietà pubblica, ricollocazione di attività incompatibili portarono ad approvare, nel 1998, la realizzazione del primo lotto nell’area a Sud di viale Agudio e di strada del Meisino, e poi, nel 2000, un secondo lotto nell’area a valle del Ponte Diga fino al confine con San Mauro, più complesso in quanto ospitava numerose attività abusive. Nel primo lotto, che interessava in parte preponderante aree agricole, la presenza del Galoppatoio del Meisino (fino al termine del XIX secolo area agricola con la Cascina Malpensata, poi Poligono di Tiro e infine Galoppatoio Militare) era ritenuta consolidata, per le sue specificità ben conosciute, con la presenza di una zona umida di notevole importanza, saliceti e vegetazione ripariale sulla sponda.

Tra il Galoppatoio e il Ponte Diga era recepita nel Progetto Preliminare la presenza di piccole attività agricole e orticole, di cui non si prevedeva la cancellazione, ritenuta compatibile con la progettazione complessiva di area più ampia.

Più avanti, lungo Strada del Meisino verso il Ponte Diga erano presenti attività artigianali e industriali, di fatto incompatibili con il progetto ma la cui eventuale ricollocazione o conversione risultava più complessa, provocando interventi con tempistiche più lunghe.

Il progetto preliminare prevedeva che nella parte confinante con la Borgata Rosa la realizzazione di due aree gioco una per i bambini piccoli, e una poi mai realizzata per gli adolescenti.

Sempre nel progetto era compreso anche un intervento fondamentale di connessione tra le due vaste aree del parco, mirato a superare la cesura dell’allora Lungo Stura Lazio (oggi corso Don Luigi Sturzo), con la realizzazione di una passerella ciclopedonale a scavalco della via stessa, anche questa mai realizzata.

Al tempo stesso l’alluvione dell’ottobre 2000 metteva in evidenza la criticità di tale ambito, allorché il Po, esondato a valle del cimitero di Sassi, s’incanalò sull’asse di via F. Nietzsche fino a Strada del Meisino, sommergendo il Galoppatoio Militare e le attività industriali situate nei pressi del Ponte Diga, elemento che in seguito avrebbe dovuto spingere verso una loro ricollocazione.

Anche dalla parte della Borgata Rosa furono allagate la bocciofila, alcune attività artigianali, un grande condominio e alcune residenze, nonché la chiesa della Borgata.

Malauguratamente un’area cospicua di quest’ambito collocato in Strada del Meisino, derivante dal fallimento della ditta Crosetto (che fino gli anni ’90 occupava diverse aree del parco del Meisino), venne venduta all’asta nel 2006 dai curatori fallimentari a una cifra di poco superiore ai 300.000 euro, per un terreno di 33.800 mq, mentre la Città (malgrado una mozione approvata in Consiglio Comunale) scelse purtroppo di non partecipare all’asta.

Il terreno, inedificabile sia per la destinazione a parco stabilita dal Piano Regolatore, sia per i vincoli idrogeologici, sarebbe stato fondamentale per un nuovo intervento di completamento del Parco del Meisino, ma le scelte politiche furono altre.

Quest’area, ubicata in Strada del Meisino 81/32, venne acquisita dalla ditta Edil.Ma.Vi. s.r.l., che nel corso di questi anni si è venuta consolidando anche con la ristrutturazione di alcuni capannoni e tettoie preesistenti e utilizza tuttora questi spazi per stoccaggio materiali vari e depositi di attrezzature e macchine da cantiere. Tutto ciò è avvenuto attraverso concessioni edilizie “in sanatoria”, che paiono quanto meno incongrue, date le caratteristiche dell’area.

Analogamente, malgrado fosse stata pesantemente alluvionata nell’ottobre del 2000, in quell’area si è venuta rafforzando, e incrementando la presenza, di attività artigianali.

Di fatto, quindi, in quest’ambito di Strada del Meisino, a ridosso del Ponte Diga, si sono stabilizzate attività produttive in contrasto sia con la destinazione urbanistica (Parchi Urbani e Fluviali), sia con il Progetto Preliminare del Parco del Meisino, sia con le norme del Piano di Assetto Idrogeologico, e in ultima con la così detta “Direttiva Alluvioni” della Regione Piemonte (Piano di Gestione Rischio Alluvioni), che impone ai Comuni l’adeguamento al Piano di Assetto Idrogeologico, e alle sue norme attuative, approvata con delibera della Giunta Regionale del 30 luglio 2018.

Le nostre aspettative

A distanza di quasi 25 anni dal Progetto Preliminare del Parco, anziché nuovi “riempimenti” riteniamo sia giunto il momento di pensare a una soluzione complessiva di tanti problemi irrisolti, non tralasciando un futuro “lotto di completamento” del Parco del Meisino, che affronti il problema del ricollocamento delle attività artigianali sussistenti in Strada del Meisino a monte del Ponte Diga, all’interno di una destinazione urbanistica a parco fluviale prevista dal Piano Regolatore. A meno che s’intenda, modificandone la destinazione urbanistica, individuando questa zona come destinata ad attività produttive, che sarebbero però incompatibili con il Piano d’Area del Parco del Po e i vincoli idrogeologici e paesaggistici.

Un futuro lotto di completamento, che dovrebbe prevedere anche un ripensamento della viabilità prima del Ponte Diga, dove da anni stiamo richiedendo la realizzazione di una rotatoria che permetterebbe di limitare la viabilità nel sottopasso che fiancheggia la diga ai soli pedoni e ciclisti, eliminando il costante di abbandono di rifiuti, sempre tenendo comunque in conto il rischio di esondabilità che insiste sulla zona.

In questo contesto, sarebbe quanto mai utile studiare la fattibilità di una passerella ciclopedonale a scavalco del corso Don Luigi Sturzo, per connettere i due vasti ambiti del parco sbarrati da questa grande arteria di scorrimento veloce a tripla corsia per ogni senso di marcia.

Il collegamento con l’area dell’Arrivore e di piazza Sofia potrebbe essere invece migliorato, con un intervento non molto pesante economicamente e per nulla impattante sul piano ambientale, basterebbe prevedere il miglioramento della percorribilità ciclo pedonale sopra la diga verso lungo Stura Lazio in direzione piazza Sofia, questo si potrebbe ottenere con l’allargamento del passaggio ciclo-pedonale che con l’attuale dimensione non permette l’incrocio di due biciclette (in altra parte del sito la nostra proposta in merito).

L’analisi storica e le prospettive sul futuro del Parco, che avete appena letto sono tratte in buona parte da una lettera che

la Consulta comunale per l’ambiente e il verde della Città di Torino, ha inviato il 18 luglio 2022 agli Assessori maggiormente coinvolti nel progetto del “Parco dello sport e dell’educazione ambientale”, per ricordare loro le caratteristiche, le problematiche le aspettative che la medesima ha per il Parco del Meisino, aspettative che noi condividiamo, qui si può scaricare il testo completo della lettera.

(B. Morra – novembre 2022)