Parco del Meisino a rischio?

Ci risiamo, dopo GreenTo ASDPS e aEQUUS A.P.S. che negli anni avevano proposto di realizzare interventi nell’ex galoppatoio militare, da numerosi articoli apparsi in pieno agosto sulle pagine torinesi dei maggiori quotidiani, abbiamo appreso che: <<Il Parco del Meisino avrà una nuova vita grazie ai fondi del PNRR. Sono in arrivo 11,5 milioni del bando “Sport e inclusione sociale” per creare la “Cittadella dello sport e dell’educazione ambientale”>>.

Dagli articoli di giornale siamo passati agli atti amministrativi, infatti con delibera e determina dirigenziale rispettivamente del 20 e del 22 settembre scorso, l’Amministrazione comunale ha dato seguito alla procedura per ottenere il finanziamento dai fondi PNRR.

Dalle primarie ipotesi di realizzare il progetto nell’area dell’ex galoppatoio militare, temiamo che si possa pensare di coinvolgere anche la parte di parco di minore estensione, che confina con la Borgata Rosa.

Cosa si potrà fare nel “Parco dello sport”?

Per il momento ci dobbiamo accontentare di quanto emerso dai giornali del mese di agosto: “Tra le discipline che si potranno praticare: ciclocross, mountain bike, pump track, skiroll, biathlon, nordic ski (pista sintetica), arrampicata sportiva (lead e boulder), cricket e fitwalking cross.”, e ancora: “sede del centro educativo sportivo e ambientale con locali di servizio, spogliatoi, riparazione e noleggio attrezzature, punto tappa ciclovia VenTO-Eurovelo 8, ristorazione e spazio incontri.”

Possiamo dire: tanta roba da mettere in un parco nato a vocazione agricola e realizzato in un’area ampiamente tutelata ambientalmente.

Anche la VII Circoscrizione risulta d’accordo con questo progetto, smentendo clamorosamente la posizione assunta nel 2017 che affermava: <<Torino deve utilizzare l’area spondale ex militare, chiusa e recintata, per crearvi lo “SCRIGNO VERDE MEISINO” in cui animali e piante possano vivere e riprodursi senza subire i danni ingenerati da una massiva presenza umana>>. 

Tutto questo quando avevamo appena avuto modo di gioire, quando nel 2020 una parte dell’ex galoppatoio militare era entrata a pieno titolo a far parte del parco del Meisino, creando così un lungo percorso protetto su tutta la sponda destra del fiume Po dal ponte della Gran Madre sino quasi al centro del Comune di San Mauro, senza dover attraversare una sola strada aperta al traffico!

Abbiamo chiesto a tutti i Consiglieri della VII Circoscrizione di sollecitare la convocazione di una Commissione consigliare, per discutere l’opportunità di realizzare quel progetto in quel luogo, prima che la procedura e le tempistiche legate al PNRR, renda impossibile ogni modifica sostanziale dell’intervento.

Perché ci dobbiamo preoccupare?

Tutta l’area è di fondamentale importanza per il sistema parchi cittadino è più in generale per la qualità ambientale in città; tutta l’area della Confluenza è stata inserita fin dagli anni ’80 nel P.T.O (Progetto Territoriale Operativo), e riconfermata nei correnti PTR (Piano-Territoriale Regionale ) e PPR (Piano-Paesaggistico-Regionale ) della Regione Piemonte come Zona di Protezione Speciale ai sensi della Direttiva Uccelli 2009/147/CE (ex-79/409/CEE), con la denominazione di “Meisino” (IT1110070-Confluenza Po-Stura di Lanzo), inserita nella Rete Natura 2000, oltre che Riserva Naturale a gestione regionale, facente parte del sistema delle aree protette della fascia fluviale del Po, Parco Po Piemontese, che lo inserisce nel Piano d’Area con tutti i vincoli naturalistici, idrogeologici e paesaggistici conseguenti.

Come residenti di prossimità oltre al probabile disastro ambientale, temiamo per le implicazioni logistiche provocate dall’accesso di numeri elevati di utenti in quell’area, che visto l’investimento più che significativo ci si dovrebbe attendere, altrimenti perché spendere 11,5 milioni di euro?

E poi, con quali fondi si manterranno efficienti tali impianti negli anni?

Riteniamo che gli scenari futuri possibili per questo progetto, non possano essere che due, la sostenibilità economica di mantenimento di un investimento così significativo, non è prevedibile possa evolversi in situazioni intermedie, possiamo solo ipotizzare:

La situazione peggiore: La Città o i privati che saranno chiamati a gestire le strutture per carenza di utenti non saranno in grado di fare la manutenzione agli impianti e alle strutture e quindi tutto il complesso andrà presto in decadimento (anche nel nostro territorio esistono impianti sportivi abbandonati ormai da anni, il campo di calcio ex Tarcisia Sassi e quello accanto alla Bocciofila del Meisino), e ovviamente non ci saranno altri soldi pubblici nemmeno per smantellare quella che potrebbe essere un’altra “cattedrale nel deserto”.

La situazione più ottimistica: Successo dell’iniziativa, significativa presenza di utenti, ovviamente paganti, tale da garantire il mantenimento delle strutture, e quindi necessità di creare nuove vie di accesso e nuovi parcheggi, vale a dire compromissione irrimediabile di una parte del Parco.

Peggio ancora se si decidesse malauguratamente di insediare il progetto sul lato di Borgata Rosa, la carenza di parcheggi per residenti e utilizzatori del Parco è già evidente oggi.

Quale futuro per il Parco

Il Parco del Meisino a ventidue anni dalla sua realizzazione è una splendida realtà che ha restituito alla Città un territorio che era in larga parte compromesso da discariche abusive. Esistono però ancora alcune presenze incompatibili con un parco, rappresentate da insediamenti artigianali e depositi, all’interno di un’area che ricordiamo è riserva Naturale Speciale nonché facente parte integrante del Sistema delle Aree Protette della Fascia Fluviale del Po, all’interno del territorio riconosciuto da alcuni anni come Riserva Biosfera Unesco.

Come Comitato spontaneo avevamo sin da subito auspicato che l’area dell’ex galoppatoio, diventasse parte organica del Parco del Meisino. Siamo convinti che ogni attività anche “leggera” che si intenda inserire in quel luogo, vista la collocazione dell’area e la distanza dei fabbricati dagli spazi possibili per parcheggio, avrebbe portato inevitabilmente a far penetrare nell’area del Parco sia i veicoli a motore necessari per la gestione dell’attività che quelli di proprietà degli utenti della medesima. Preferiamo un Parco in cui vige la tranquillità, il più possibile lontano dai mezzi a motore, come penso tutte le persone che lo hanno conosciuto in questi anni passeggiano a piedi o percorrendolo in bicicletta.

(B. Morra – novembre 2022)