DA UNICO PARCO TORINESE A VOCAZIONE AGRICOLA A PARCO DELLO SPORT?

Ricordiamo che la zona del Meisino, la confluenza del Po con la Dora Riparia e il tratto a valle della Diga
del Pascolo, il tratto terminale della Stura di Lanzo prima della sua confluenza nel Po, sono designate
come Zona di Protezione Speciale ai sensi della Direttiva Uccelli 2009/147/CE (ex-79/409/CEE), con la
denominazione di “Meisino” (IT1110070-Confluenza Po-Stura di Lanzo), oltre che Riserva Naturale a
gestione regionale facente parte del sistema delle aree protette della fascia fluviale del Po.
Siamo fermamente convinti che gli aspetti di salvaguardia e conservazione siano determinanti per
mantenere le attuali peculiarità dell’area: i più recenti studi confermano l’alto valore naturalistico del parco,
valore che temiamo verrà irrimediabilmente compromesso dal progetto “Parco dello Sport e
dell’educazione ambientale” da 11,5 milioni di euro derivanti da un finanziamento del PNRR.
La realizzazione del Parco, iniziata negli ultimissimi anni del 1900, avrebbe dovuto nel tempo continuare
con un processo di recupero di ampie porzioni di territorio abbandonato o, ancora oggi, occupato da attività
non compatibili con le salvaguardie e le tutele proprie di questa particolare parte della città.
Questo progetto ci pone davanti al rischio di passare dalla fruizione di spazi verdi e di aree boscate
improntate al contenimento dell’antropizzazione ed alla sostanziale valorizzazione dei processi di
rinaturalizzazione dell’ambiente e del paesaggio, come da anni attesta il libero pascolo di mandrie e greggi,
ad un contesto in cui atleti, disinteressati all’ambiente ma concentrati sulla mera prestazione sportiva o
agonistica, invaderanno il parco fra alberi ingabbiati da piste artificiali sopraelevate, o scolaresche che
osserverebbero un’area oramai snaturata, camminandole sopra su grate metalliche.
Riteniamo che l’Amministrazione comunale abbia commesso un grave errore nello scegliere di ricercare un
finanziamento vincolato all’introduzione di attività a carattere sportivo collegandolo al ripristino di un’area
del Parco utilizzata un tempo dall’Esercito per varie attività e dove da tempo è scomparsa ogni traccia di
strutture sportive.
Il mancato coinvolgimento, nella fase di gestazione dell’idea progettuale, delle Associazioni e dei Comitati
che hanno seguito le vicissitudini del Parco ancora prima della sua realizzazione, e la pubblicazione
dell’iniziativa a mezzo stampa quando già approvata dal Ministero dello Sport, ha drasticamente ridotto i
tempi per una compiuta analisi e valutazione da parte dei cittadini, al fine di poterne chiedere le opportune
modifiche, quantomeno in merito alla sua localizzazione.
In zona sono già presenti numerose strutture sportive, nel Parco della Colletta e al Motovelodromo. Alcune
sono abbandonate da anni, come i campi di calcio dell’ex Tarcisia-Sassi di proprietà della Curia e il campo
di calcio Meisino, accanto alla bocciofila omonima, di proprietà comunale: per entrambi da almeno un
decennio si sono succeduti i tentativi di trovare un gestore, tutti finiti nel nulla. Per non parlare del percorso
ginnico all’interno del parco lato Borgata Rosa, dove non si è mai eseguita alcuna manutenzione dopo la
sua realizzazione, tant’è che alcune stazioni sono ormai da molto tempo inutilizzabili.La nostra proposta: creare un progetto ambientale e sportivo, diffuso sul territorio della zona nord
della nostra Città
L’ambiente
Le peculiarità ambientali del Meisino si adatterebbero solo alla seconda parte del titolo del progetto “…e
dell’educazione ambientale”. La parte nord dell’ex galoppatoio meriterebbe di divenire un centro
dell’educazione ambientale, sotto stretta osservazione e vigilanza di guide naturalistiche e ad accesso
controllato. Questo si potrebbe fare utilizzando i fondi previsti per il Cluster 2 denominato “Rigenerazione
ex Galoppatoio”. Solo così avrebbe senso un recupero, necessariamente leggero, di una minima parte dei
fabbricati esistenti all’interno dell’ex galoppatoio, proteggendo opportunamente la parte umida e facendone
un luogo di osservazione ambientale, in particolare dedicato alle scuole. Tutta la restante parte del parco
deve essere protetta rigorosamente, mantenendo la funzione apprezzata in questi anni da un sempre
maggior numero di visitatori e, come sta evidenziando il crescente numero di persone che stanno
sottoscrivendo una petizione online – ad oggi oltre 2200 – dai tantissimi cittadini che, molto semplicemente,
desiderano camminare circondati dalla natura.
E ancora: Chiediamo all’Amministrazione comunale di recuperare al pubblico i terreni privati abbandonati,
nonché favorire anche economicamente il ricollocamento delle attività incompatibili ancora esistenti,
particolarmente nella parte nord-ovest dell’area. Attività che continuiamo a rifinanziare con soldi pubblici,
tutte le volte che subiscono danni da esondazione. Questo territorio necessita di essere ancora “svuotato”
e non “riempito”.
Pensiamo, infine, che qualsiasi intervento debba essere supportato da concreti piani di mantenimento e
manutenzione, per non trovarci dopo poco tempo ad avere un parco pieno di rottami.
Lo sport
Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, l’investimento “Sport e inclusione sociale” si pone l’obiettivo
di incrementare l’inclusione e l’integrazione sociale attraverso la realizzazione o la rigenerazione di impianti
sportivi che favoriscano il recupero di aree urbane.
Non abbiamo nessuna preclusione alla creazione di spazi dedicati alle attività sportive, che si dovrebbero
realizzare utilizzando i fondi previsti per il Cluster 1 denominato “Cittadella dello Sport e della Salute”.
Riteniamo semplicemente che il “Parco dello sport…” dovrebbe essere allocato in zona nord della nostra
Città, in spazi con minori problemi ambientali e aspetti logistici più consoni e non in aree che il Piano
Regolatore destina a Parco.
Indirizziamo, quindi, queste preziose risorse ove veramente vi è la necessità di recupero di aree dismesse,
dove si possa parlare realmente di riqualificazione e soprattutto di inclusione sociale. Perché questo è il
principale obiettivo del finanziamento.
Riteniamo che il progetto possa e debba essere ripensato con queste caratteristiche.
(dicembre 2022)