Quel pasticciaccio brutto del Parco dello Sport al Meisino

Da pasticcio la questione si sta sempre più trasformando in pasticciaccio, anche qui come nel romanzo di Gadda, correremo il rischio di scoprire un omicidio, quello di un parco molto speciale con le caratteristiche uniche in Città, il Parco del Meisino. Nato all’inizio del 2000 come parco agricolo, avrebbe dovuto essere completato con un terzo. lotto, acquisendo nuovi terreni e ricollocando aziende e depositi ancora presenti, cosa mai fatta nonostante l’area sia classificata “Zona Protezione Speciale” (ZPS), nonché si trovi in terreno esondabile, con la conseguenza che tutte le volte che il Po esce dagli argini, tutti noi che paghiamo le tasse, contribuiamo a rifondere i danni alle aziende mai ricollocate. Quindi anziché liberare l’area da situazioni chiaramente incompatibili, oggi grazie a 11,5 milioni di euro dei fondi a debito del PNRR, lo si vorrebbe trasformare in Parco dello Sport, con l’aggiunta per giustificare il luogo prescelto, con un: e dell’educazione ambientale, quando non sempre sport ed educazione ambientale vanno d’accordo. Oltre 2600 cittadine e cittadini hanno firmato ad oggi, una petizione online contro il progetto dell’Amministrazione comunale, che tanto per portarsi avanti con i lavori ha incominciato ad autorizzare la creazione di un percorso di disc golf, mentre l’estate scorsa abbiamo visto giocare a criket, entrambe attività previste nel progetto, forse meno impattanti dei previsti: skills bike park, pump track e una pista biathlon-skiroll e nordic ski, sempre previsti dal progetto. Inoltre sono due anni che si autorizza lo svolgimento di una competizione di ciclocross. Tanto per buttare un po’ di benzina sul fuoco, in questi giorni sempre nel Parco del Meisino si stanno tagliando un elevato numero di alberi, le motivazioni addotte dal Settore Verde Pubblico della Città sono: l’abbattimento di alberi deperienti, a fine ciclo vegetativo o privi di un ancoraggio al terreno sufficientemente solido, la potatura di esemplari con chioma irregolare o interferente con la fruizione ciclabile e pedonale, la messa a dimora di nuovi alberi, necessaria a mantenere un bilancio arboreo positivo e a migliorare la componente arborea dei parchi”. Non ci stupiamo che molte persone vedono questi interventi collegati ad un progetto che se attuato, stravolgerà un luogo così definito in un articolo apparso sulla rivista Piemonte Parchi della Regione: “questa porzione di Torino non è un posto qualsiasi, ma uno dei luoghi più rilevanti dal punto di vista ornitologico del panorama italiano ed è preziosa in modo speciale in quanto area protetta inserita nel neonato Parco naturale del Po piemontese”.

Morra Bruno