DEFORESTAZIONE PASSATA E FUTURA AL MEISINO.
AL MEISINO DAL 2020 AL 2023 SONO GIA’ STATI TAGLIATI 395 ALBERI
Oltre a quelli previsti per la realizzazione della Cittadella dello Sport (circa
400), dobbiamo ricordare che in questi ultimi 3 anni e mezzo nell’area del
Parco del Meisino sono già stati abbattuti ben 395 alberi, infatti:
- anno 2020: 80 alberi per la messa in sicurezza dell’area dell’ex galoppatoio
aperta al pubblico, (dato rilevato da: Città di Torino – Riqualificazione del
Galoppatoio del Parco del Meisino – Torino Vivibile 2020) - anno 2023: 315 alberi nel quadro del progetto “Forestazione Urbana –
REACT, Lotto 2 – Parchi fluviali di pianura” (dato rilevato dalla Determina N.
164 del 3 giugno 2022 di Regione Piemonte Ente di Gestione delle Aree
Protette del Po Piemontese), progetto con il quale si è operata una
spoliazione delle sponde dei fiumi cittadini, non limitata al Meisino. Nella
stessa determina leggiamo che a fronte di 315 abbattimenti autorizzati,
erano stati previsti solo 190 nuovi impianti.
IN CONCLUSIONE, FRA GLI ALBERI GIÀ TAGLIATI NEGLI ANNI SCORSI PIÙ
QUELLI CHE VERRANNO TAGLIATI A SEGUITO DELLA REALIZZAZIONE
DELLA “CITTADELLA DELLO SPORT” (CHE POTREBBERO ARRIVARE A 400),
TEMIAMO CHE L’AREA DEL MEISINO POSSA PERDERE CIRCA 800 ALBERI.
Tutto questo mentre la recente legge dell’Unione Europea sul ripristino della
natura, stabilisce obiettivi e obblighi giuridicamente vincolanti specifici per il
ripristino della natura in ciascuno degli ecosistemi elencati – terrestri e
marini, di acqua dolce e urbani.
Il regolamento mira a mitigare i cambiamenti climatici e gli effetti delle
catastrofi naturali. Aiuterà l’UE a rispettare i suoi impegni internazionali in materia di ambiente e a ripristinare la natura europea.
Dei 190 alberelli reimpiantati, parecchi non sono sopravvissuti. Quanto alle
nuove messe a dimora collegate al progetto della Cittadella dello Sport, non
solo non è dato sapere quante saranno, ma ci possono essere legittimi dubbi
sulla loro sopravvivenza e in ogni caso non compenseranno i servizi
ecosistemici degli alberi abbattuti.
Infatti, secondo Giovanni Dinelli, professore ordinario di agronomia
dell’Università di Bologna, per mantenere lo stesso beneficio ambientale, non
basta reimpiantare un albero al posto di quello tagliato: “Per sostituire una
pianta di settant’anni ce ne vorrebbero almeno 20 nuove” (articolo apparso
su “La Repubblica” del 5 agosto 2023) e il rapporto, si legge, resta comunque
sbilanciato sotto molti aspetti, per esempio quello dell’ombreggiatura. Senza
contare l’impatto sulla fauna selvatica, sfrattata dagli alberi esistenti, in
un’area protetta della Rete Natura2000.
Il numero di alberelli da piantare per ripristinare solo alcuni dei benefici
ecosistemici varia secondo la specie e l’età dell’albero abbattuto, arrivando a
diverse migliaia nel caso degli alberi monumentali. Perciò, per il Meisino, se
gli abbattimenti colpiranno, come temiamo, 800 alberi (e fermo restando che
riteniamo la cosa un vero scempio ecologico), stimiamo che occorrerebbero
non meno di 8.000 reimpianti per reintegrarne (parzialmente) i servizi
ecosistemici..
Le messe a dimora avvenute dopo gli abbattimenti del triennio scorso non
hanno rispettato i rapporti suggeriti dagli esperti, e temiamo che la stessa
cosa avverrà anche a fronte delle centinaia di abbattimenti, in gran parte di
alberi sani, che saranno effettuate per realizzare l’anacronistico progetto
della Cittadella dello Sport.
Attendiamo di conoscere il numero di quanti alberi verranno impiantati!
Bruno Morra